domenica 5 febbraio 2012

Tittibhasana (posizione della lucciola)

                                                       ( BKS Iyengar in Tittibhasana )

Il nome Tittibhasana deriva Tittibha che vuol dire “insetto simile alla Lucciola” e Asana (postura o posizione). Chrissy Carter, insegnante di yoga, nella sua descrizione di quest’asana ci dice:Tittibhasana è un asana impegnativo, che richiede una capacità di espandersi e contrarsi simultaneamente. Le cosce e bicipiti femorali devono essere aperte e flessibili, mentre gli addominali, i flessori dell'anca e il dentato anteriore (responsabile della diffusione delle scapole a parte) hanno bisogno di essere attivati e pronti ad agire. Questa posizione ci dà l'opportunità di praticare l'equilibrio tra due forze opposte, ci insegna che quando ci colleghiamo al nostro centro, otteniamo la stabilità a spiccare il volo nello spazio sconfinato”. La pratica di quest’asana favorisce: Una tonificazione muscolare sia addominale che dorso lombare per garantire stabilità alla colonna vertebrale. Un incremento della mobilità articolare e coordinazione neuromotoria. Stimolazione profonda della muscolatura. Il controllo volontario e la percezione cosciente del movimento. E’ controindicata per chi ha problemi al polso, alla spalla, agli adduttori, o lesioni all'inguine. Sciatica o ernie discali. E’ un’asana di livello intermedio e/o avanzato secondo il grado di preparazione personale.

I vantaggi terapeutici sono:
1. Tittibhasana è un’asana fondamentale per curare il dolore cronico alla schiena.
2. In Tittibhasana la parte inferiore dello stomaco, le cosce e le spalle sono molto allungate e di conseguenza il dolore articolazioni guarirà con la pratica.
3. Durante l’esecuzione di Tittibhasana il corpo è in equilibrio.

Sulla rivista Yoga Journal c’è la descrizione di come imparare a eseguire Tittibhasana ed è questa: “Le posizioni preparatorie di questa sequenza ti aiuteranno a capire come funziona Tittibhasana. Man a mano che prosegui, porti ciò che hai imparato nella posizione successiva, finché arrivi a integrare la calma della Posizione del Bambino con la forza nelle braccia di Vasisthasana, l’ampiezza dell’osso sacro di Gomukhasana con la flessibilità nei polsi di Garudasana e l’apertura delle anche di Prasarita Padottanasana. Sia l’attività sia la ricettività, sono necessarie per trovare un equilibrio su cui lavorare in ogni circostanza. La vera integrazione avviene quando due o più energie diventano indipendenti, ciascuna a sostegno e completamento dell’altra, portando a una nuova esperienza piena di vita. Integrazione significa non rifiutare mai nulla e, al contrario, vedere tutti i tuoi stati d’animo, sia a livello emotivo sia fisico, come sacri ingredienti di una vita ricca e positiva. Una vita che vola, scintilla, atterra, e ritrova la freschezza in ogni istante.  Dopo aver eseguito Prasarita Padottanasana la seconda volta, piega leggermente le ginocchia e avvicina i piedi con piccoli passi. Quando sono larghi come le spalle, piega ancora di più le ginocchia. Porta la spalla destra sotto il ginocchio destro e fai qualche respiro così. Sfila il braccio, tornando al piegamento in avanti con le ginocchia piegate. Ora, porta la spalla sinistra sotto il ginocchio sinistro e fai qualche respiro. Sfila il braccio, abbassati per un momento in una posizione rannicchiata e riposa. Torna al piegamento in avanti a ginocchia piegate e piedi divaricati. Porta la spalla destra dietro al ginocchio corrispondente e appoggia la mano a terra sotto la spalla. Fai lo stesso dall’altro lato. Se non riesci a distendere i palmi sul pavimento, appoggiali su dei mattoni. In questa posizione le tue braccia saranno piegate in modo simile a Prasarita Padottanasana. Infilale sotto le cosce il più possibile, portando poco a poco le gambe verso le spalle. Così, la tua schiena comincerà a curvarsi naturalmente. Ora sei pronto a portare il peso sulle braccia. Anche se la schiena è curva, le clavicole sono ampie, la testa è alta e lo sguardo è diritto davanti a te. Comincia a spostare le anche indietro in modo da iniziare a sederti sulla parte superiore delle braccia. A questo punto, è probabile che la pelvi ti sembri pesante e potresti pensare che non c’è la minima possibilità che tu riesca a sollevare le gambe da terra o a bilanciarti sulle braccia. Il senso di pesantezza ha dovuto anche al ripiegamento del coccige verso il basso. Per ottenere un’azione verso l’alto, devi ribilanciare la pelvi riportando con decisione l’osso pubico fra le cosce. Non cercare di sollevare le gambe per ora. Ripeti solo il dondolio della pelvi e l’azione di ripiegamento del coccige. A un certo punto (forse oggi, forse l’anno prossimo) riuscirai a portare l’osso pubico indietro in ante versione, cosicché i tuoi ischi scatteranno in alto. Ciò alleggerirà naturalmente il peso e la pelvi comincerà a salire. Per tenerla su, usa le gambe dalle caviglie. Solleva la testa e guardati intorno”. Bisogna prestare attenzione ai movimenti, impararla sotto la guida di un insegnante e vorrei ricordare che fa parte della seconda serie dell’Astanga Yoga.

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