Nel Buddhismo della
scuola Vajrayana (Vajra è un termine Sanscrito che significa sia
fulmine che diamante oltre che un oggetto simbolico che lo
rappresenta nell’ Induismo e nel Buddhismo tibetano, soprattutto nei
rituali tantrici),la quale sarebbe un sincretismo tra alcune dottrine
induiste denominate tantrismo, fondate anche su credenze popolari
sciamaniche, con il Buddhismo Mahāyāna. I suoi testi fondamentali
sono denominati Tantra,spiega così il mantra OM.
[ la spiegazione
sotto riportata è tratta da spiegazioni di Paolo Proietti,
insegnante yoga della YANI (Ass.Naz.Insegnanti di Yoga) e Istruttore
della ASI/DOS (Discipline Olistiche per la salute -Arti Olistiche e
Orientali) ]
La mente corrisponde
al bija mantra OM.
La parola al bija
mantra AH.
Il corpo al bija
mantra HUM.
Oṃ
è la forma udibile dell'Assoluto, il seme di Brahma e se ne è
parlato assai spesso.
Āḥ o Ah, rappresenta l'insieme dei suoni vocalici, quelli inscritti nei sedici petali del loto della gola:
le quattordici vocali:
Āḥ o Ah, rappresenta l'insieme dei suoni vocalici, quelli inscritti nei sedici petali del loto della gola:
le quattordici vocali:
अ
a
आ ā
इ i
ई ī
उ u
ऊ ū
ऋ ṛ
ॠ ṝ
ऌ ḷ
ॡ ḹ
ए e
ऐ ai
ओ o
औ au
più
अं aṃ e अः aḥ.
आ ā
इ i
ई ī
उ u
ऊ ū
ऋ ṛ
ॠ ṝ
ऌ ḷ
ॡ ḹ
ए e
ऐ ai
ओ o
औ au
più
अं aṃ e अः aḥ.
Le
vocali simboleggiano (sono) l'insieme delle potenze della
manifestazione, mentre le consonanti sono il "veicolo"
delle potenze.
Ma aḥ, significa molto di più.
In sanscrito le vocali principali sono tre: A, I ed U e sono l'emblema delle tre potenze della divinità. La terza sillaba del mantra è Hūṃ.
Ma aḥ, significa molto di più.
In sanscrito le vocali principali sono tre: A, I ed U e sono l'emblema delle tre potenze della divinità. La terza sillaba del mantra è Hūṃ.
Hūṃ
ha molti significati, anche troppi, ma se prendiamo la
scrittura sanscrita la simbologia risulta più evidente:
हूं hūṃ è formato dalla
h ह्
unita alla
ū ऊ
compenetrate in un unico simbolo:
hū हू .
l' Anusvara, il puntino che i caratteri latini scriviamo ṃ è messo in alt, sopra la sillaba.
Il puntino”in questo mantra", rappresenta la bodhi, "il seme di Vajradhara", la conoscenza assoluta. illimitata, che si nasconde in ognuno di noi.
हूं hūṃ è formato dalla
h ह्
unita alla
ū ऊ
compenetrate in un unico simbolo:
hū हू .
l' Anusvara, il puntino che i caratteri latini scriviamo ṃ è messo in alt, sopra la sillaba.
Il puntino”in questo mantra", rappresenta la bodhi, "il seme di Vajradhara", la conoscenza assoluta. illimitata, che si nasconde in ognuno di noi.
Om
è l'inizio del canto rituale (il rito è la manifestazione) ed è il
canto stesso.
Per questo è detto
udgitha.
Secondo la Chāndogya
Upaniṣad ( I,1,5):
"vāg evark prāṇaḥ sāma om ity etad akṣaram udgīthaḥ tad vā etan mithunaṃ yad vāk ca prāṇaś cark ca sāma ca"
"vāg evark prāṇaḥ sāma om ity etad akṣaram udgīthaḥ tad vā etan mithunaṃ yad vāk ca prāṇaś cark ca sāma ca"
ovvero:
La parola (vāg) è ṛk (Ṛgveda, il libro degli inni), il prāṇa è sāman (Sāmaveda),udgītha è la sillaba Oṃ.
La parola (vāg) è ṛk (Ṛgveda, il libro degli inni), il prāṇa è sāman (Sāmaveda),udgītha è la sillaba Oṃ.
Parola
e prāṇa formano una coppia così come ṛk con sāman.
E ancora (I, 1, 8):
"tad vā etad anujñākṣaram yad dhi kiṃcānujānāty om ity eva tad āha eṣo eva samṛddhir yad anujñā samardhayitā ha vai kāmānāṃ bhavati ya etad evaṃ vidvān akṣaram udgītham upāste".
E ancora (I, 1, 8):
"tad vā etad anujñākṣaram yad dhi kiṃcānujānāty om ity eva tad āha eṣo eva samṛddhir yad anujñā samardhayitā ha vai kāmānāṃ bhavati ya etad evaṃ vidvān akṣaram udgītham upāste".
“Questa sillaba
significa dire si. Quando si vuole dire si a qualcosa si dice Om. E
quello a cui si dice si verrà realizzato. Colui che conosce questo
venera udgitha come la sillaba Om e realizzerà i suoi desideri.”
OM è la mente ma è
anche ciò che sta prima della mente. Il simbolo con cui viene
rappresentato, come del resto tutte le lettere sanscrite, può essere
considerato un disegno, una specie di Yantra.
L'analisi del
significato dei singoli tratti da cui è composto esprime i tre
(quattro) stati di coscienza dell'uomo:
La linea curva
inferiore rappresenta la A, l'inizio, lo stato di veglia , il dio
Brahma inteso come forma dell'Assoluto nelle vesti del demiurgo o del
legislatore; è detta anche akka o akkam ed è collegata alla
funzione della mente detta aharinkka ("ciò che fa l'io").
La linea curva
orizzontale, centrale, rappresenta la U
ovvero lo stato del sogno, il dio Visnu inteso come forma
dell'Assoluto nelle vesti di colui che mantiene e preserva; è detta
anche ukāra o ukāram ed è collegata alla funzione della mente
detta Buddhi.
La linea curva
superiore rappresenta la M ovvero lo stato di sonno profondo, il dio
riva inteso come forma dell'Assoluto nelle vesti di colui che
riassorbe la manifestazione; è detta anche makāra o makāram ed è
relata alla funzione della mente detta Manas o alla mente in
generale. Il fatto che M sia in alto ed A sia in basso ricorda il
concetto della manifestazione grossolana come specchio della
manifestazione allo stato potenziale. (MUA - AUM) e le modalità di
recitazione dell'AUM di cui parla Shankara nel commento ai
Mandukyakarika ( dice più o meno Shankara: "che la A e
la U insorgano e vengano riassorbiti dalla M") Sopra le tre
linee curve ci sono altri due simboli :
La
mezzaluna è dettaनाद
nāda, ed il punto invece बिन्दु
bindu.
Questi due segni
sono così importanti da meritarsi un'intera upanishad tutta per
loro, la Nàdabindu Upanishad. Nada è la vibrazione iniziale, il
primo suono e tutti i suoni. Rappresenta la Shakti nell'atto di dare
inizio alla manifestazione. Se A rappresenta la coscienza dello stato
di veglia, U la coscienza dello stato di sogno e M la coscienza dello
stato di sonno profondo, Nada rappresenta il "Quarto" o
Turiya, inteso come il Grande Sè col quale si può entrare in
identità mediante lo stato del Nirvikalpa samadhi. E' il primo
fremito, potenziale, creato dall'unione di Shiva e Shakti nell'isola
delle gemme. Il Bindu rappresenta l' anusvāra reso nella pronuncia
con la nasalizzazione (esempio Aummnnnnng) o, meno spesso, con
l'allungamento della vocale precedente. L' anusvāra è Shiva in
unione con Citshakti o Cit Rupini.
Le tre lettere A, U
ed M sono in qualche modo le radici di AH, HUM ed OM ovvero, Parola,
Corpo e Mente.
Esiste quindi un OM che tutto racchiude ed è lo spazio alogico che trova espressione nel punto (l' infinitamente piccolo relato all' infinitamente grande)
Esiste un OM potenziale che è il primo suono o prima vibrazione.
Esiste un OM che rappresenta la mente.
Nella recitazione del Mantra (qualsiasi mantra) questa differenziazione (apparente) viene manifestata attraverso una triplice modalità di recitazione: mentale,bofonchiata (o silenziosa muovendo solo le labbra) ed udibile.
Esiste quindi un OM che tutto racchiude ed è lo spazio alogico che trova espressione nel punto (l' infinitamente piccolo relato all' infinitamente grande)
Esiste un OM potenziale che è il primo suono o prima vibrazione.
Esiste un OM che rappresenta la mente.
Nella recitazione del Mantra (qualsiasi mantra) questa differenziazione (apparente) viene manifestata attraverso una triplice modalità di recitazione: mentale,bofonchiata (o silenziosa muovendo solo le labbra) ed udibile.
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Lasciamo
ora le spiegazioni di Paolo Proietti sulla sillaba OM e passiamo a
capire i significati (alcuni) del mantra :
OM
NAMAH SHIVAYA
Questo è uno dei
mantra più celebri e recitati, ed è il mantra shivaita per
eccellenza dell'Induismo. Questa formula sacra sanscrita ha diversi
significati; essa si appella a Dio in quanto a Śiva, un aspetto di
Īśvara(l'aspetto personale di Dio) e può essere tradotta come
"Signore, sia fatta la Tua volontà", oppure "Mi
arrendo a Te, Dio",oppure “Mi inchino a Shiva” È
considerato uno dei mantra più completi e potenti.
Ma c'è dell'altro:
Ripetendo NA MA SI VA YA
possiamo iniziare a capire il potere della natura che è
splendidamente espressa nella tradizione indiana. Quel potere inizia
con la sillaba sacra
OM.
In
alcune
scritture
indiane, uno dei nomi di Dio è NAMA SIVAYA.
NA
rappresenta l'elemento terra.
MA
l'elemento acqua.
SI
rappresenta il fuoco.
VA
rappresenta l'aria.
YA
rappresenta lo spazio o etere.
Questi
cinque elementi sono Dio,la creazione di Dio. Senza questi elementi,
nulla: né il mondo, né l'uomo può esistere. Ecco perché sono
così importanti.
I
dibattiti accademici e/o la lettura delle Scritture non hanno alcun
valore se non si capiscono queste cinque sillabe NA MA SI VA YA. Se
si capiscono completamente allora si capisce e percepisce la potenza
di Dio. Con la loro comprensione, si bevono le qualità di questi
cinque elementi e si raggiungere il loro potere.
Ma
meditando su OM NAMAH SIVAYA, si può intravedere la sua triplice
struttura NAMA= mondo delle forme, SIVA =Siva =
l'assoluto, YA = jiva individuo,
ma
anche la sua struttura quintuplice (NA- MA-SI-VA-YA)
che
rappresenta i cinque poteri della manifestazione (creazione,
distruzione,mantenimento, velamento , grazia) fino quando i pensieri
cominciano a girare da soli fino a far perdere il concetto
dell'individualità e la consapevolezza del voler
conoscere-comprendere e la mente si identifica completamente nel
mantra, che rimane come seme (PRATAYAYA).
Così,
se la
prima tappa dell' Aṣṭāṅga Yoga di Patanjali
è dharana,
che significa stabilire l'attenzione fissa del mentale su un punto,
sia nel corpo, sia all'esterno del corpo,la
seconda tappa è
dhyana,
che significa mantenere in una corrente ininterrotta un pratyaya,
o concetto, unico
nella
mente.
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