lunedì 8 settembre 2014

LA SINDROME METABOLICA



Per sindrome si intende una condizione patologica diffusa che interessa diverse componenti dell’organismo. Diversamente dalla malattia, la sindrome è quindi una situazione clinica che comprende una serie di fattori di rischio e di sintomi che si manifestano contemporaneamente nell'individuo. La sindrome è pertanto una condizione più complessa da controllare e curare rispetto a una specifica malattia proprio a causa della influenza reciproca tra i diversi componenti interessati. Per sindrome metabolica s’intende una patologia, generalmente associata a non appropriati stili di vita, che interessa diversi parametri:

Criteri di identificazione della sindrome metabolica a cura dell’OMS
Parametro
Patologia
Condizione patologica
pressione sanguigna  
ipertensione arteriosa
oltre i 130/85 mm Hg
metabolismo dei lipidi
colesterolemia
ridotto colesterolo HDL: 40 mg/dl nei maschi, 50 mg/dl nelle femmine; trigliceridemia: oltre i 150 mg/dl
metabolismo degli zuccheri
iperglicemia/diabete
glicemia a digiuno: oltre 110 mg/dl
peso corporeo
obesità
circonferenza vita: oltre i 102 cm nei maschi, 88 cm nelle femmine; BMI >30

Nella sindrome metabolica l’età è generalmente un fattore di rischio aggiuntivo (a partire dai 45 anni negli uomini e dai 55 nelle donne) in quanto l’organismo tende naturalmente a disequilibrarsi con l’avanzare degli anni.
Le 4 patologie che formano la sindrome metabolica (anche avere una sola di queste patologie si viene dichiarati affetti da sindrome metabolica) sono:
1.     IPERTENSIONE
2.     Diabete
3.     Sovrappeso e Obesità
4.     Disfunzioni nel metabolismo dei lipidi
Ipertensione: L'ipertensione arteriosa è un aumento a carattere stabile della pressione arteriosa nella circolazione sistemica. Per pressione massima si intende la pressione sistolica, cioè quella sviluppata durante le sistole cardiaca, mentre per pressione minima si intende la pressione diastolica, cioè quella sviluppata durante la diastole cardiaca. In base alle ultime linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità si parla di:
massima (mmHg)
minima (mmHg)
Pressione ottimale
<120
<80
Pressione normale
<130
<85
Pressione normale alta
130-139
85-89
Ipertensione lieve
140-159
90-99
Ipertensione moderata
160-179
100-109
Ipertensione grave
>180
>110
Ipertensione sistolica isolata
>140
<90
Diabete: Diabete è un termine derivato dal greco διαβαίνειν, che significa passare attraverso e identifica alcune malattie caratterizzate da poliuria (abbondante produzione di urina) e polidipsia (abbondante ingestione di acqua). Diabete mellito - le urine contengono grandi quantità di zucchero; ne fanno parte:
o    Diabete primario
§  Diabete tipo I, a patogenesi autoimmune
§  Diabete tipo II, familiare non autoimmune
o    Diabete secondario
o    Diabete gestazionale
o    IGT ( Impaired Glucose Tollerance, ridotta tolleranza al glucosio )
Diabete insipido - viene eliminata con le urine non solo acqua, ma pochissimi soluti; si divide in:
o    Neurogenico
§  Idiopatico
§  Secondario
o    Nefrogenico
·         Con i nuovi criteri si  definisce diabetico un soggetto che dopo 2 controlli glicemici, a digiuno, presenta un valore  della glicemia compreso tra 126  e 139 mg/dl o che dopo prova da carico orale con glucosio abbia a 2 ore un valore di glicemia > di 200 mg/dl
·         Intolleranza al glucosio o IGT (Imparied Glucose Tolerance) se il soggetto presenta dopo carico orale di glucosio, a 2 ore, valori glicemici compresi tra 140 ma <199 mg%;
·         Alterata glicemia a digiuno o IFG (Imparied Fasting Glucose) se il soggetto ha valori glicemici tra 110-125 a digiuno
·         NORMALE, se la glicemia è < 110 mg/dl.
Ve lo rispieghiamo con una tabella, dove sono riportati i criteri ADA ed OMS (Organizzazione Mondiale Sanità).
Valori della glicemia a digiuno e dopo 2 ore dal carico OGTT, secondo i criteri ADA ed OMS
DIAGNOSI
Glicemia (mg/dl)
 
ADA
OMS
 
 A digiuno
2 ore OGTT
A digiuno
2 ore OGTT
Normalità
<110
<140
<115
<140
IFG
110-125
 
 
 
Borderline
 
 
115-139
 
IGT
 
 
 
140-199
Diabete
>126
>200
>140
>200
Sovrappeso e obesità Il termine sovrappeso indica generalmente un eccesso di peso rispetto agli standard fissati dall'Organizzazione mondiale della sanità. Tale condizione è estesa a molte fasce della popolazione, specialmente quelle in cui l'approvvigionamento del cibo è abbondante e lo stile di vita sedentario. È inoltre considerata da molti come un importante fattore di rischio per l'instaurarsi di numerose patologie croniche, soprattutto nei casi più gravi, quando ci si trovi di fronte a un problema di obesità vera e propria. Il punto in cui una persona è detta in sovrappeso è determinato generalmente dal Indice di Massa Corporea (IMC).        
Il risultato deve essere nel parametro tra 18 e 25 sotto si è sottopeso sopra i 25 in sovrappeso.
Disfunzione nel metabolismo dei liquidi Le malattie del metabolismo alterano la capacità dell’organismo di “bruciare” le calorie introdotte con il cibo: si innesca un particolare meccanismo per cui la persona, pur mangiando sempre le stesse o minori quantità di cibo, aumenta di peso. In alcuni casi può dipendere da malattie della tiroide, come l’ipertiroidismo, una difettosa produzione di ormoni tiroidei, e le tiroiditi, cioè le infiammazioni della tiroide. Un improvviso aumento di peso può essere dovuto anche a disfunzioni delle ghiandole surrenali (che hanno un ruolo fondamentale nella regolazione del metabolismo dei grassi, dei carboidrati e delle proteine) e delle gonadi, le ghiandole sessuali costituite dal testicolo del maschio e dalle ovaie nella femmina. Anche l’assunzione di alcuni farmaci può indurre un aumento di peso. Tra questi sono compresi quelli che favoriscono una trasformazione in grasso di certi nutrienti come i carboidrati (per esempio alcuni lassativi). Ci sono poi quelli che provocano ritenzione idrica, che “gonfiano” a causa dei liquidi che l’organismo trattiene (come la pillola anticoncezionale) e infine quelli che contribuiscono ad aumentare l’appetito, perché agiscono direttamente sul centro della fame (come alcuni antidepressivi). In tutte 4 le patologie sopraindicate le cose più importanti sono l’alimentazione e l’attività fisica, oltre alle cure che il vostro medico riterrà più opportune. Fattori di rischio oltre ad avere una o più patologie insieme, e ad una alimentazione non adeguata, sono il fumo e l’alcool. Lo YOGA non si sostituisce al medico e alla medicina, anzi visto che una delle terapie consigliate dai medici in tutte queste 4 patologie è l’attività fisica, meglio se dolce e rilassante, la disciplina dello yoga attraverso le sue varie tecniche sia fisiche, sia del controllo del respiro che del rilassamento attraverso le sue forme una delle quali è la meditazione, anche come disciplina  dell’alimentazione corretta, affianca e integra la cura medica, come riabilitazione e attività motoria andando a lavorare sui vari sistemi del nostro corpo, sistema linfatico, sistema nervoso autonomo, sistema circolatorio, sistema respiratorio ecc…


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