venerdì 29 aprile 2011

Kula Kundalini

Letteralmente vuol dire “l’arrotolata”. E’ la  forza divina arrotolata su se stessa tre volte e mezzo nel Chakra alla base della colonna vertebrale (Muladhara Chakra). Durante la sua ascesa nel canale di Sushumna, la Kundalini fa provare alle mistiche estasi e realizzazioni divine (Samadhi). Quando raggiunge il Chakra alla sommità del capo (Sahasrara Chakra) si raggiunge l’unità con il Supremo (Nirvikalpa Samadhi). Questa è la definizione di Kula Kundalini che si trova nel libro “Biopsicologia tantrica” di Kamaleshvara Franceschini Cristian.
 L’osso sacro posto alla base della colonna vertebrale sopra un plesso che corrisponde al più basso dei chakra, il mulādhāra, questa zona è chiamata kunda ed è questa la sede della Kundalini. Kundalini è un termine della filosofia Advaita e di altre tradizioni yogiche tra le quali quella classica di Patanjali. La conoscenza della kundalini è nota ai maestri spirituali indiani fin dai tempi più antichi. “Il simbolo più usato della kundalini è il serpente, simbolo di conoscenza. Fin dall'antichità, il serpente è stato considerato simbolo di trasformazione, grazie alla sua capacità di mutare la pelle ed è stato associato al benessere fisico, spirituale e all'illuminazione.” (da Wikipedia)
   Come scritto sopra la Kundalini è arrotolata tre volte e mezzo su se stessa e questi tre giri hanno alcuni significati e sempre su Wikipedia troviamo questa spiegazione: “Per ciò che riguarda il sacro mantra Om: il passato, il presente e il futuro, come stato di conscio: la veglia, il dormire e il sognare, i tre tipi di esperienza: soggettiva, sensoriale e assenza di esperienza, riferito alle tre guna (le qualità della natura): Sattva la Coscienza, Consapevolezza (armonia), Rajas l'Energia (azione), Tamas la Stabilità, l'inerzia (materia). La rimanente metà dell'avvolgimento simboleggia la forza potenziale della trascendenza. Kundalini è luce, è come l'intenso bagliore di una giovane e possente folgore, è suono, è Mantra, il suo dolce sussurro è simile al confuso ronzio di sciami di api in amore, essa produce melodiosa poesia”.
Secondo lo Yoga, la Kundalini con l’iniziazione alla meditazione da parte di un Guru o da un Acharya, si risveglia attraverso il sadhana ed entra nella Nadi centrale, detta Sushumna o Shusumna, così da risalire fino alla sommità del capo dove si trova il Sahasrara Chakra, per raggiungere l’unità con il Supremo. Il risveglio della Kundalini non può essere forzato. Anticamente esso poteva avvenire solo e soltanto quando tutti i chakra del praticante erano perfettamente purificati e quindi aperti: non offrendo più ostacolo, la Kundalini poteva salire e attraversarli. Il risveglio della Kundalini può avvenire anche per risonanza, ossia essa si risveglia nell'individuo quando questi si trova alla presenza di un'altra persona la cui Kundalini è già risvegliata o per grazia di un Sadguru.

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