La “Sri Guru Gita” è una scrittura indù di 216 versi, scritto dal saggio Vyasa.
Esso descrive una conversazione tra Shiva e sua moglie, la dea Parvati, in cui lei chiede di insegnarle circa il Guru. Shiva risponde descrivendo il principio Guru, i modi adeguati di adorare il Guru e i metodi e i benefici di ripetere Sri Guru Gita . Il testo si crede sia parte del più ampio “Skanda Purana” . Ci sono diverse versioni del Guru Gita, che variano da circa 100 a oltre 400 versi.
Nel “Siddha Yoga”, la Guru Gita è considerata un "testo indispensabile". Swami
Muktananda scelse 182 versi per creare una versione unica della Guru Gita, che ha la sua melodia per il canto.
Il testo dà anche l’etimologia della parola Guru,
dove la radice gu sta per oscurità,
mentre la radice ru sta per luce.
Il termine Guru è quindi spiegato come colui che rimuove dalle tenebre, che rivela la luce nel cuore del discepolo. (da Wikipedia). Il verso “174” dice:
“Gurubhāvaḥ paraṁ tīrthamanyatīrthaṁ nirarthakam Sarvatīrthāśrayaṁ
devi pādāṅguṣṭhaṁ ca vartate”.
La sua traduzione in italiano è:
“La devozione al Guru è il più sacro rifugio. (Quel luogo veramente diviene sacro).
Ogni altro luogo di pellegrinaggio non da frutto.
Oh Dea! Infatti tutti i luoghi sacri prendono vita dai piedi del Guru, anzi dal solo alluce del suo piedi”.
Gurubhava deriva dalla radice sanscrita “bhuu”, che significa "di esistere, di diventare". E ’ l’espressione o l’atteggiamento di diventare tutt'uno con/ o di diventare assorbiti nel “Guru”, essere totalmente immersi nel Guru, o identificato con lui.
Gurubhava significa quindi "Essere totalmente immersi nel GURU".
E’ stata la pratica di meditazione preferita da Baba Muktananda - quella di identificare ogni parte del suo corpo, la mente e lo spirito con il suo Guru, Bhagawan Nityananda.
In questo modo ha vissuto Gurubhava il grande Guru "Swami Muktananda" e lui ne parla nel suo libro “Il Gioco della Coscienza”.
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