Una
delle posizioni dell’ Hatha Yoga a prima vista facile e dai molti nomi, dipende
dalla scuola di provenienza di un insegnante, è Marjariasana chiamata anche
Bidalasana. Marjari-asana (मार्जारी mārjārī significa gatta) o Bidalasana (बिडाला biḍālā significa
gatto), come vediamo una traduzione è femminile e una maschile, ma stanno a
indicare la medesima posizione. In alcuni testi è chiamata anche Vidalasana,
probabilmente un errore di traduzione o alcuni Maestri invece di dire Bi
dicevano Vi, per cui nel tempo è rimasta come Vidalasana. E’ una posizione
eccellente per l’elasticità della colonna vertebrale, ma ha anche altri
benefici, infatti, purifica il sangue e rinvigorisce gli organi interni e gli
addominali ne traggono un enorme beneficio. Allenta la tensione nella parte
bassa della schiena, nella parte lombare e aiuta a ridurre lo stress. Le donne che soffrono d’irregolarità mestruali e
leucorrea trarrà sollievo da quest’ asana. Può essere praticata anche durante il periodo mestruale per alleviare
i crampi.
Alcune
indicazioni durante l’esecuzione sono: Continuamente essere consapevoli del
movimento della colonna, della schiena e del collo. Usare le mani, le braccia e
le ginocchia come supporto ma evitare di spingere con e su di loro. Cercate di
eseguire il movimento in modo lento e con grazia perché i benefici siano più
potenti e si abbia anche un effetto meditativo.
Esecuzione:
* Ci mettiamo sul tappetino, in posizione sulle mani e sulle ginocchia
per formare una specie di quadrato.
* Le ginocchia sono larghe come il
bacino e le mani sono appoggiate a terra alla stessa larghezza delle spalle, le
mani devono essere ben appoggiate al pavimento con le dita leggermente aperte
tra loro.
* Cominciando a inspirare
inarchiamo la schiena verso il basso, portando lo sguardo verso l’alto, apriamo
così il petto, dobbiamo sentire il coccige e la parte superiore della testa
come fossero verso il cielo, il tutto senza forzare oltre i propri limiti.
Durante l’esecuzione cerchiamo di percepire ogni singola vertebra in movimento.
* Una volta arrivati al nostro
limite espirando, sempre lentamente, inarchiamo nel senso opposto la schiena,
portandola verso l’alto e lo sguardo e la testa verso il basso, alla fine lo
sguardo dovrà osservare la zona dell’ombelico. Per supportare il movimento ci
affideremo alle mani e alle ginocchia, ma solo come supporto.
* Continuiamo il movimento cercando di coordinare bene il respiro con il
movimento, inspiro schiena verso il basso, espiro schiena verso l’alto.
* Quando vogliamo fermarci, ci
mettiamo in una posizione neutrale per la schiena ed eseguire Balasana, la
posizione del Bambino, per riposare.
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